San Galgano
metafora dell'Unione Europea...
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Per raffigurare l’Europa, non c’è immagine più eloquente di San Galgano.

San Galgano: per chi non lo conosce dirò che era un cavaliere crociato che, dopo aver combattuto ed ammazzato per una vita intera, in vecchiaia rientrò nella sua patria senese, e si “ravvide”. Quindi, piantò la sua spada nella fessura di una roccia, sulla sommità di un masso vicino al paese di Chiusdino, e si inginocchiò in mistico raccoglimento.
Poiché la spada ha, per il cavaliere crociato, questa sua magnifica particolarità: di essere allo stesso tempo un’arma da guerra e (per la sua forma) l’immagine della croce.
In pratica, è un crocefisso tagliente, da brandire per trafiggere l’infedele al fine di donargli con forza la Fede e, insieme, una morte violenta purificatrice.
Oggi purtroppo ci manca un così efficace strumento di ravvedimento forzoso ed il kalashnikov non svolge lo stesso duplice servizio…

Come ho detto, l’immagine di San Galgano per me rappresenta l’Europa.

Non il Santo in sé; non la cultura “giudaico-cristiana” che ha ispirato la sua vita e l’ha poi condotto ad un tardivo ed ipocrita ravvedimento; non la sua spada, rimasta infissa fino ad oggi nella roccia, racchiusa sotto la cupola del piccolo e tozzo santuario, che lega quel colle toscano al mito europeo di Camelot.

No. Immagine dell’Europa (per meglio dire, dell'Unione Europea) è per me l’abbazia di San Galgano: quella incompiuta, che sorge nella piana ai piedi della spada, fatta di mura maestose, archi arditi, pavimento erboso e per tetto uno spicchio di cielo.
Un’opera grandiosa, costosa, magnifica ed inutile.

Il paragone tra l’Europa ed una Cattedrale non è mio: è di Enrico Letta.
In un suo libro di qualche anno fa, “Costruttori di Cattedrali”, paragonava i Padri dell’Unione Europea agli architetti medioevali, che immaginarono ed iniziarono a costruire opere maestose che sapevano non avrebbero mai viste completate, perché costruirle avrebbe richiesto l’impegno costante ed ispirato di ben più di una generazione, tutti impegnati in un lavoro continuo, sempre fedeli al disegno originario...

Invece al cantiere dell’Europa oggi non lavora più nessuno. Questa è l’Unione Europea: niente più che un’intenzione ambiziosa. E ci si litiga sull’interpretazione del disegno originario.
Ciò che è stato costruito finora (la moneta) non è sufficiente a rendere l’opera utilizzabile; non c’è più una visione condivisa dell’opera completa, i frati non sono d’accordo su come vada terminata.
Anzi, forse, non c’è più nessuno che conservi nella sua memoria una qualche visione dell’opera: è tale l’abitudine a vedere mura traforate nel mezzo del prato, che è sparita persino l’idea di una Cattedrale. Non si condividono più (anzi, nemmeno più si percepiscono) i valori fondanti, e si apprezza solo il valore concreto del materiale da costruzione.

Quindi, questa è la situazione: i frati stanno rubando le pietre e le lastre del tetto per rivenderle di nascosto, sottocosto.
E la Cattedrale resta un dispendioso ed inutile cantiere piantato nel mezzo della vallata, destinato ad essere presto abbandonato per lasciare alla posterità un monumento grandioso e senza scopo, sfarzoso ed inutile, magnificentissimo per la sua splendida incompiutezza.

Troppo bella per essere abbattuta, troppo costosa per essere terminata.


Pisa, aprile 2020


spada, croce, abbazia



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